Il colloquio di lavoro al tempo del COVID-19

by Emanuela Calatti

Come comunicare efficacemente al tempo del Corona Virus e delle mascherine? Facile! Impariamo facendo immersioni sportive!

Premessa

In questo periodo di emergenza sanitaria siamo chiamati ad affrontare una ulteriore sfida che si va sommando a tutte le altre che già stiamo vivendo: come adattare la nostra comunicazione in tempi di distanziamento sociale e mascherine sanitarie.

La nostra comunicazione – come ormai sappiamo bene grazie ai tanti divulgatori e specialisti che si occupano di questo tema – è in buona parte influenzata dal linguaggio non verbale, che risulta fondamentale per dare efficacia al nostro messaggio e per aiutare il nostro interlocutore a interpretare meglio quello che stiamo dicendo oltre che per generare quello che definiamo “relazione”.

Quest’ultimo punto è fondamentale: generare relazione vuol dire stabilire, fin dalle prime battute, un vincolo di fiducia e di reciproco intendimento che ci permetta di sentirci comodi, a nostro agio e al sicuro. In comunicazione questa prima fase viene spesso definita come “Rapport” e serve appunto ad accorciare le distanze tra due persone, specialmente se non si conoscono.

Per chiarire meglio quello che stiamo dicendo:

  • Alcuni celebri studi sulla comunicazione arrivano a stimare fino a un 90% l’importanza del linguaggio corporale nel generare un impatto positivo sulla comunicazione
  • Il nostro cervello arriva a generare un giudizio circa il proprio interlocutore in uno spazio temporale che secondo molti oscilla tra i 4 e i 10 secondi.

Come si traduce tutto ciò in un colloquio di lavoro?

La mascherina sanitaria risulta un grande handicap in quanto, coprendo buona parte del nostro viso, limita di molto la nostra capacità di comunicare attraverso quel linguaggio non verbale a cui abbiamo fatto riferimento prima. Inoltre, vengono attutite anche tutte le informazioni trasmesse dal linguaggio para verbale (tono di voce, inflessione, ritmo….)

Tutto questo rende molto difficile capire, ad esempio, quando stiamo scherzando.

Capite quindi come può diventare difficile essere spontanei, autentici e allo stesso tempo evitare incomprensioni.

Tutti questi filtri e barriere alla nostra naturale comunicazione rischiano di “depersonalizzare” gli interlocutori… altro che generare fiducia e rapport!

Ovviamente il risultato in un colloquio di lavoro risulterebbe essere impietoso: non riusciremmo a colpire il nostro interlocutore, a trasmettergli con efficacia il nostro valore, a coinvolgerlo su ciò che gli stiamo raccontando e quindi – in ultima analisi – a lasciare una impressione favorevole.

Come fare quindi?

Al momento molti ricercatori e professionisti si stanno adoperando per capire quali tecniche e strategie mettere in campo per reinventare un nuovo modello di comunicazione che risulti fondamentale nella relazione “medico – paziente”, “venditore – cliente” e, per l’appunto “intervistatore – intervistato”.

I primi consigli che ci sentiamo di darvi sono mutuati da una disciplina sportiva che da sempre si trova a dover affrontare questi limiti di comunicazione: il Diving, o comunemente conosciuto anche come Immersione sportiva.

Chi di voi si è ritrovato a fare un corso di immersione avrà potuto vivere sulla propria pelle quanto è importante stabilire un vincolo di fiducia e comunicazione il più velocemente possibile con il proprio istruttore…(o meglio, come lui sia capace di farlo con voi!).

Di fronte alla impossibilità di utilizzare la parola e buona parte del volto, l’istruttore di sub genera un vincolo potente di comunicazione e relazione attraverso:

  • Il contatto visivo: fondamentale fin dalle prime battute per trasmettere calma e per tornare a personalizzare quel contesto che ,come abbiamo detto, si vede depersonalizzato.
  • L’utilizzo della gestualità: durante una immersione la gestualità vuol dire trasmissione di informazioni tecniche; in un contesto differente, come un colloquio di lavoro, la gestualità risulterà altrettanto importante per sottolineare concetti, dare enfasi alle parole, mantenere l’attenzione del proprio interlocutore. Attenzione: da sempre le mani veicolano la nostra agitazione e il nostro nervosismo, che molte volte non sappiamo controllare o di cui non ci rendiamo conto e, senza volerlo, passiamo quindi al nostro interlocutore informazioni sul nostro grado di stress. Delle mani nervose, che non stanno mai ferme, che giocano in modo compulsivo con una matita, il proprio anello o che si grattano senza sosta distraggono chi ci sta ascoltando e sminuiscono il nostro status di comunicatore. Se siamo bravi e fortunati, in un contesto di normalità, potremmo sperare che questo dettaglio di comunicazione passi in secondo piano, attirando l’attenzione del nostro interlocutore sul nostro volto, la nostra voce e la nostra espressione facciale… in un contesto di normalità….ma in un contesto caratterizzato da mascherina questo non potrà succedere
  • Il tatto: l’istruttore di sub utilizza costantemente il tatto, il contatto fisico per tramettere vicinanza, sicurezza e “ascolto” dell’altro. Il tatto è un elemento fondamentale nelle relazioni umane, è la forma di comunicazione più intima e sensibile (e per questo il suo utilizzo nella nostra società è delicato, tanto che molti preferiscono rinunciarvi) eppure chi riesce a dominare questo strumento con sottigliezza e tempismo riesce ad ottenere incredibili risultati.

Tra i tanti esperimenti fatti, uno su tutti: i camerieri che, accompagnando i clienti verso la cassa, riescono a generare un contatto fisico con questi, ottengono mance sensibilmente più alte.

Il tatto è il canale di comunicazione più primitivo e istintivo che abbiamo. In psicologia si parla della necessità di un bambino di ricevere costantemente “strokes”, carezze: un bambino adeguatamente nutrito ma privato del contatto fisico può irrimediabilmente ammalarsi fino a morire.

Anche qui ci si presenta quindi una sfida non da poco: in un’epoca di distanziamento sociale, rinunciare al contatto fisico può avere un profondo impatto sulle nostre relazioni e sulla nostra psiche.

Ad esempio, alcune persone hanno adottato, al posto della stretta di mano, il contatto “gomito – gomito” e gruppi di amici hanno inventato una infinità di altri modi divertenti e simpatici di preservare il saluto tramite contatto fisico, un modo per ribadire la vicinanza e l’umanità della relazione.

Sorprendere il proprio interlocutore all’inizio di una intervista rompendo in modo educato e prudente questa barriera, può essere una strategia per differenziarsi dagli altri candidati.

Quindi, in sintesi:

Quindi, se volete migliorare le vostre doti comunicative, prenotate un bel corso di Diving al mare!

 

Potrebbe piacerti anche