Proteggersi dall’ipoacusia professionale con i giusti DPI

by Emanuela Calatti

Si stima che in tutto il mondo siano circa 360 milioni le persone che soffrono di problemi dell’udito da moderati a gravi, la metà dei quali è dovuta a fattori evitabili quali, ad esempio, l’esposizione al rumore.

Le malattie professionali dell’orecchio, ancora nel 2020, sono state le terze per numero di denunce presso l’Inail. Anche se la tendenza è al ribasso, sono ancora più di 2.000 i casi di denunce di danni all’orecchio, tra sordità e disturbi dell’udito, in un anno.

L’effetto che il rumore può avere sull’apparato uditivo è correlato al livello sonoro così come alla durata dell’esposizione al rumore. Per rumori particolarmente violenti può bastare anche una sola esposizione a causare danni irreversibili all’orecchio. Gli alti livelli di rumore rappresentano uno dei principali rischi negli ambienti di lavoro un po’ in tutto il mondo ma tendono ad essere sottovalutati perché la sintomatologia è spesso graduale.

L’unico modo per prevenire questo tipo di patologie e quello di indossare i DPI per la protezione dell’udito, ecco perché queste tipologie di dispositivi sono stati passati da Categoria II a Categoria III, riconoscendo l’esposizione al rumore nocivo come rischio che può causare un danno irreversibile.

Per prevenire le ipoacusie professionali è importante aumentare la consapevolezza di aziende e lavoratori riguardo ai rischi e alle conseguenze dei danni da rumore. Infatti, i danni da rumore non solo compromettono la vita delle persone che ne sono affette ma anche le prestazioni delle imprese. Secondo quanto segnalato dalle compagnie assicurative infatti, nel solo triennio 2015-2017 le richieste di risarcimento sono aumentate del 300% e il 75% di queste è rappresentato da richieste di indennizzo per ipoacusia industriale. Prevenire questi danni quindi, non solo tutela la salute del lavoratore, ma permette anche alle aziende di ottimizzare i costi e migliorare la produttività.

La Direttiva Europea 2003/10  stabilisce alcuni parametri per definire gli indicatori del rischio da esposizione al rumore:

  1. Pressione acustica di rischio: è il valore massimo della pressione acustica istantanea
  2. Livello di esposizione giornaliera al rumore: è il valore medio dei livelli di esposizione al rumore durante una giornata lavorativa di 8 ore
  3. Livello di esposizione settimanale al rumore: è il valore medio di esposizione giornaliera al rumore durante una settimana lavorativa di 5 giorni

E in base a queste definizioni stabilisce quali sono i limiti di esposizione e le azioni da intraprendere:

  1. 87decibel è il livello massimo di rumorosità, con un picco massimo di 200 Pascal
  2. 85 decibel è il livello che fa scattare l’obbligo di indossare dispositivi otoprotettori, l’obbligo dei test audiometrici in sede di sorveglianza sanitaria per i lavoratori esposti al rumore e di contrassegnare con apposita segnaletica l’area rumorosa
  3. Se il livello di rumore è al di sotto degli 80 decibel, i dispositivi di protezione devono comunque essere messi a disposizione, così come i test audiometrici ed è necessario un programma di formazione per i lavoratori esposti al rumore

È importante scegliere il giusto DPI in base al livello di rumore da cui ci si deve proteggere. Uno dei metodi più semplici per scegliere il giusto DPI è guardare il SNR (Single Number Rating) del dispositivo, che indica qual è il livello di attenuazione del rumore. Ad esempio, se utilizziamo un martello pneumatico che produce un livello di rumore di 110 decibel e indossiamo delle cuffie con un SNR di 35, il livello di rumore che raggiungerà le nostre orecchie sarà soltanto di 75 decibel, che non risulta essere dannoso per il nostro udito. Scegliere un DPI con il giusto SNR aiuta anche a non essere sovraprotetti: se la protezione è troppo alta e i rumori risultano eccessivamente attutiti potrebbe risultare difficile sentire anche suoni importanti, quale potrebbe essere ad esempio un allarme. Per questo la norma UNI EN 458 prescrive che il livello di rumore percepito sotto alla protezione non dovrebbe mai scendere sotto i 70 decibel.

Ma quali sono le varie tipologie di dispositivi di protezione per l’udito?

Sono normalmente riutilizzabili e vanno ad isolare il canale uditivo di chi li utilizza. Sul nostro sito potrete trovare inserti auricolari in schiuma poliuretanica, morbidi e gradevoli al tatto, dall’ottimo comfort, si adattano al condotto uditivo per una protezione personalizzata. Sono disponibili in una varietà di forme, con vari profili di attenuazione e sono disponibili con oppure senza cordoncino.

Inserti auricolari

In alternativa ai tappi ci sono le cuffie antirumore, costituite da 2 conchiglie in materiale fonoassorbente da porre attorno al padiglione auricolare unite da un arco che le tiene insieme. Le cuffie sono adatte a diversi livelli di rumore (verificare il valore SNR sulla confezione) e sono comode in quanto facili da indossare e da togliere in base alla necessità.

Utilizzare il corretto DPI però non è sufficiente: se questo non viene indossato in modo corretto potrebbe renderne vano l’utilizzo. Ecco perché è importante che i lavoratori partecipino ad appositi programmi di conservazione dell’udito che prevedano la formazione sull’utilizzo dei DPI e il test di corretto inserimento (fit-test).

È importante sensibilizzare i lavoratori all’utilizzo dei dispositivi di protezione acustica, visto che spesso questo rischio viene sottovalutato: l’ipoacusia ha una progressione graduale e servono anni per realizzare la piena entità del danno, che a quel punto sarà però ormai irreversibile.

Talvolta i lavoratori non credono di essere soggetti al rischio di danni da rumore, pensano che, siccome il rumore non gli dà fastidio, questo non sia ad un livello che può causare danni. Anche se, a livello di percezione, il cervello è in grado di abituarsi al rumore costante, purtroppo le orecchie non sono in grado di fare altrettanto e si proteggono nell’unico modo che hanno, ovvero perdendo l’udito. È importante fornire al lavoratore restio all’utilizzo delle protezioni le prove concrete dei danni che potrebbe subire, ad esempio mostrandogli come potrebbe trasformarsi il suo tracciato dell’audiogramma se non indosserà le protezioni auricolari. Si possono anche organizzare delle simulazioni per dimostrare quale sia la capacità uditiva di una persona affetta da ipoacusia, mostrando in modo concreto a quali danni potrebbero andare incontro, visto che abbiamo la tendenza a concentrarci più sui rischi immediati che non su quelli a lungo termine.

Fondamentale è fornire dispositivi che siano comodi, confortevoli e pratici da utilizzare, visto che nella maggior parte dei casi, dovranno essere indossati per l’intera giornata lavorativa, così da non disincentivare l’utilizzo degli stessi. Sul mercato si può trovare un’ampia gamma di dispositivi, disponibili in diverse forme e materiali: pur rispettando il livello di attenuazione del rumore previsto dall’RSPP di concerto col Medico Competente, ogni lavoratore potrà trovare quello più adatto a sé.

Con la corretta formazione ed il corretto dispositivo è quindi possibile ridurre al minimo i rischi e conservare il proprio udito anche se si lavora in ambienti molto rumorosi.

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