L’etichetta di un prodotto alimentare rappresenta la sua carta d’identità ed è quella che ci permette di essere più consapevoli di quello che mangiamo.
Il regolamento UE 1169/2011 indica quali informazioni è obbligatorio che compaiano sulla etichetta dei prodotti preimballati, confezionati, sfusi o preincartati. Il regolamento UE 775/2018 indica invece come il precedente regolamento va applicato mentre il D. Lgs. 231/2017 stabilisce le sanzioni in caso di violazione delle precedenti norme.
Vediamo insieme le principali informazioni che devono essere presenti sull’etichetta alimentare e come leggerle in modo corretto:
1. Denominazione dell’alimento
La denominazione serve a chiarire la natura degli alimenti ed è generalmente seguita dall’indicazione dello stato fisico in cui essi si trovano (ad esempio: “in polvere”, “liofilizzato” “surgelato”, “affumicato”, ecc).
Da regolamento europeo, è necessario indicare la denominazione legale e, qualora questa non esista, il nome con cui l’alimento è comunemente conosciuto nel territorio. Questo perché il nome commerciale potrebbe essere fuorviante ma la denominazione ci permette di comprendere di che prodotti si tratti (ad esempio “Risottini” potrebbe essere il nome commerciale e la denominazione “Croissant di farina di riso a lievitazione naturale).ù
2. Elenco degli ingredienti
Conoscere gli ingredienti di un prodotto alimentare è fondamentale per la tutela della salute di soggetti allergici o intolleranti. Gli ingredienti sull’etichetta alimentare vanno indicati in ordine di peso crescente, da quello presente in maggior quantità a quelli presenti in quantità minime. All’interno della lista degli ingredienti, tutti quelli che possono provocare allergia o intolleranza devono essere distinti in maniera chiara da tutti gli altri ingredienti tramite un diverso carattere, stile, colore o dimensione.
L’elenco degli ingredienti deve contenere anche gli additivi presenti nell’alimento, ovvero sostanze che non sono normalmente consumate come alimento ma che vengono aggiunte per uno scopo tecnologico. Queste sostanze sono identificate da una sigla composta dalla lettera E seguita da 3 o 4 cifre.
3. Dichiarazione nutrizionale
La dichiarazione nutrizionale è quella che ci permettono di fare scelte consapevoli riguardo a ciò che mangiamo in quanto indica il contenuto nutrizionale di un determinato alimento. In essa troviamo indicato il valore energetico, la quantità di grassi (specificando tra grassi saturi e insaturi), i carboidrati, gli zuccheri, le proteine e il sale.
Nei valori nutrizionali possono anche essere elencati eventuali vitamine e minerali contenuti nell’alimento.
4. Condizioni di conservazione
Queste sono particolarmente utili per i prodotti freschi e facilmente deperibili. In pratica indicano le condizioni ideali in cui un alimento deve essere conservato per preservare le sue proprietà organolettiche. Oltre alle modalità di conservazione, deve anche essere indicato il periodo di consumo dopo l’apertura, ovvero entro quando l’alimento va consumato dopo che la confezione è stata aperta.
5. Termine minimo di conservazione (TMC)
Si tratta della dicitura “Da consumarsi PREFERIBILMENTE entro“. Questa data indica fino a quando, se correttamente conservato, un prodotto alimentare mantiene inalterate le sue proprietà. Se vengono conservati in maniera idonea, i prodotti che hanno da poco superato il TMC non sono dannosi per la salute e possono essere consumati senza problemi. Come previsto dalla “Legge Gadda” contro gli sprechi alimentari, i prodotti che hanno raggiunto o superato da poco il TMC possono anche essere donati alle associazioni caritatevoli.
Per alcuni prodotti la legge non prevede l’indicazione del TMC.
6. Data di scadenza
In questo caso è indicata dalla frase “Da consumarsi entro” e indica che consumando l’alimento dopo quella data ci potrebbero essere dei rischi per la salute. Questa data deve essere indicata per tutti gli alimenti deperibili come carne, latte, uova, pesce.
7. Istruzioni per l’uso
Indicano il modo corretto di consumare l’alimento (ad esempio “consumare previa cottura”, “scongelare prima dell’utilizzo”). Non seguire queste istruzioni potrebbe avere dei rischi per la salute quali ad esempio causare intossicazioni.
8. Loghi ed etichette
Sono quelli che, a colpo d’occhio, ci danno l’idea del valore aggiunto del prodotto. La legge prevede infatti che nell’etichetta alimentare siano indicati i loghi che identificano che il prodotto ha seguito un particolare disciplinare, come ad esempio DOP, IGP, prodotto di montagna piuttosto che prodotto da agricoltura biologica o privo di OGM.
9. OSA (Operatore del Settore Alimentare)
È il responsabile della correttezza delle informazioni riportate sull’etichetta alimentare. In genere è l’operatore con il cui nome o ragione sociale viene commercializzato il prodotto. Per i prodotti per cui tale operatore ha sede al di fuori dell’Unione Europea, l’OSA è l’importatore che commercializza in prodotto nel mercato europeo.
Nel caso in cui nome e indirizzo dell’OSA non coincidano con quello dello stabilimento di produzione o confezionamento, questi ultimi andranno indicati subito dopo il responsabile legale dell’alimento.
10. Paese di provenienza
Questa informazione è obbligatoria per alcuni prodotti, quali i prodotti ortofrutticoli, carne fresca, olio di oliva, miele, uova, pesce, latte, formaggi, pasta, riso e trasformati del pomodoro.