Oggi parliamo dell’invenzione di un piccolo oggetto che non può mancare, a scuola, o nelle nostre scrivanie: il temperamatite o temperino.
Se lo osserviamo con occhi moderni ci sembra solo piccolo ed insignificante, siamo abituati ad averne in giro e quindi non gli prestiamo più di tanta attenzione, eppure, per quasi 300 anni, questo oggetto, che avrebbe sicuramente semplificato la vita ai nostri avi, è stato pura fantasia.
Nei tempi antichi, infatti, non esisteva altro modo che scheggiare la grafite, un’operazione molto simile a quella che l’uomo primitivo faceva per rendere tagliente la selce.
Se consideriamo che le prime matite apparvero intorno al 1500 ed i primi temperamatite solo nel 1800, comprendiamo immediatamente quanto è stato difficile ingegnarsi su come temperarle.
Le matite sono oggetti eccezionali che cominciamo ad usare fin dai primi anni della nostra vita: permettono di scrivere, prendere appunti e di disegnare, per dare forma ai nostri pensieri. La mina delle matite è spesso molto fragile e si rompe facilmente, specialmente se la matita subisce degli urti.
Avete mai provato a scrivere con una matita spuntata? Niente da fare: si buca il foglio, oppure non scrive per niente.
Prima dello sviluppo dei temperamatite dedicati, per affilare la punta, veniva utilizzato un piccolo coltello detto appunto temperino, da cui deriva il nome comune dell’oggetto ancora oggi.
Era una procedura scomoda però, che richiedeva tempo, non produceva risultati ottimali e, probabilmente, causava anche parecchi incidenti.
Fu intorno al 1820 in Francia che iniziarono a comparire i primi prototipi di temperino, ma la paternità del primo vero temperamatite è riconosciuta a Bernard Lassimone, un professore francese che, per la prima volta, ne brevettò il prototipo: si trattava di un cubetto di legno con 2 lame posizionate ad angolo retto all’interno, un’invenzione geniale che però, in realtà, rischiava di compromettere la solidità della mina in grafite.
Nel 1847 il nobile francese Thierry des Estivaux inventò un semplice temperamatite a mano nella sua riconoscibile forma moderna e, sempre intorno a quegli anni, dall’altra parte del mondo, l’americano Walter Kittredge Foster di Bangor fondò la prima azienda di temperamatite al mondo: entrambi, infatti, erano giunti alla conclusione che la forma conica rappresentasse l’opzione migliore per appuntire la mina.
Qualche anno dopo, verso la fine del 1800 John Lee Love, un carpentiere del Massachusetts, rielaborò il dispositivo di Lassimone creando un modello di temperino portatile con un compartimento per catturare i trucioli; il suo design non assomigliava molto ai temperamatite portatili di oggi, ma funzionava secondo un principio simile: una scatolina con uno spazio conico in cui infilare la matita.
Per questo, tra i vari personaggi che ne reclamano l’invenzione, per noi è lui il vincitore ed è a lui che facciamo risalire la paternità indiscussa dell’oggetto, così come lo conosciamo oggi.
Grazie a Love, infatti, oggi possiamo appuntire ogni tipo di mina in pochi, pochissimi secondi, senza rischiare di farci del male. Non solo: basta una veloce ricerca su web per trovare una serie infinita di piccoli grandi capolavori realizzati con i trucioli delle matite, un riciclo creativo che non avremmo mai potuto avere senza questa piccola grande invenzione, per la quale, ancora una volta, dobbiamo ringraziare, con amore, il Signor Love.